Il pellegrinaggio di san Patrizio

LA MONTAGNA DI SAN PATRIZIO

Si avvicina l’ultima Domenica di Luglio, che in Irlanda è il giorno del Pellegrinaggio nazionale che si svolge al Croagh Patrick, la montagna di san Patrizio. Ogni anno l’ultima domenica di luglio, migliaia di fedeli, molti dei quali scalzi, si arrampicano sul monte in segno di devozione e di penitenza fino alla cima.

Nel mio recente libro Patrizio. Un santo tra le rovine dell’Impero (editrice Ares) ho descritto la storia di questo pellegrinaggio e dello straordinario miracolo che ne è all’origine.

La montagna di san Patrizio fu il luogo ove avvenne un grande esorcismo con cui Patrizio scacciò i serpenti dall’intera isola.

Le montagne sono considerate sacre in molte delle grandi tradizioni religiose. Sono luoghi di potenziale incontro con il soprannaturale, benevolo o malevolo. All’interno della tradizione giudaico-cristiana ci sono molti di questi siti, dal Monte Sinai al Monte Tabor.

Croagh Patrick era il luogo dove si celebrava il 1 agosto la festa di Lug, divinità solare, chiamata Lughnasa.

Ma c’era un’altra divinità che veniva qui celebrata, Crom, che si diceva che fosse in grado di scatenare in tutta la loro furia, che poteva condizionare la fertilità dei campi e anche degli esseri umani.

A differenza delle altre divinità celtiche già descritte, Crom aveva anche un’altra terribile caratteristica: per trattenere la propria devastante potenza, richiedeva sacrifici umani, in particolare gli erano graditi i bambini.

Crom rappresentava davvero il lato oscuro di quella meravigliosa terra d’Irlanda cantata da bardi e poeti.

Crom, tuttavia, dovette confrontarsi con una forza molto più potente di lui, e Patrizio ne fu il campione, dotato della forza spirituale necessaria per spodestare questo oscuro signore del male.

Il compito che Patrizio si era assunto era quello di combattere una battaglia per l’anima dell’Irlanda, per strappare il popolo dalla paura di questi ultimi idoli, quelli che lo avevano asservito con la paura, che lo avevano tenuto sotto il ricatto di inviare loro disastri e disgrazie se non li avessero serviti. Patrizio intendeva mostrare che Dio ci ama, che è una divinità di amore e non di odio, che consola e non infierisce nelle difficoltà.

L’Irlanda, fin dai tempi più antichi era stata tormentata da una triplice piaga, vale a dire: una grande abbondanza di rettili velenosi, miriadi di demoni che apparivano visibilmente e vessavano gli abitanti, e infine i maghi che ingannavano la gente semplice.  Patrizio fu colui che liberò l’Irlanda attraverso la potenza della preghiera da tali afflizioni.

Si dice che abbia trascorso quaranta giorni in penitenza e preghiera sulla vetta, quaranta giorni di lotta nel deserto, a imitazione di quanto aveva fatto  Cristo, sconfiggendo le tentazioni di Satana, costruendo una piccola cappella i cui ruderi – il letto di pietra del santo- esistono ancora oggi.

Al termine del quarantesimo giorno, il patrono d’Irlanda fece il più potente esorcismo che il mondo avesse mai conosciuto: ordinò ai serpenti di abbandonare l’isola.

Patrizio vinse la battaglia per l’anima dell’Irlanda.

Secondo una leggenda, un santo, Cainnech di Aghaboe, vide un certo numero di demoni volare via e quando chiese che cosa era successo, uno di loro gli disse che Crom Dubh era morto.

Patrizio aveva sconfitto il male, rappresentato simbolicamente dal serpente. La vittoria non fu solo simbolica: è un fatto storico che da allora l’Irlanda fu totalmente libera dalla presenza di rettili. Un evento misteriosamente prodigioso.

Da allora il Croagh Patrick divenne la montagna sacra della Chiesa in Irlanda.

La salita al Croagh Patrick, come ben sanno coloro che l’hanno intrapresa, è tutt’altro che facile. Anche se ci troviamo nella verdissima erbosa Irlanda, il monte è una pietraia, e i piedi tra un sasso e l’altro non hanno un compito facile.

All’attacco della salita, oggi campeggia una candida statua di san Patrizio, con una mano che regge il pastorale, e l’altra che mostra un trifoglio, il simbolo della Trinità.  Una fede che ha sostenuto gli irlandesi per secoli, e che resta il fondamento della loro identità, nonostante gli attacchi della secolarizzazione degli ultimi anni.

Paolo Gulisano

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